A tu per tu con la solitudine
A tu per tu con la solitudine. Lentamente, ascolto il rumore dei miei pensieri e il battito del mio cuore. A volte mi fa paura, questa sensazione, anche se mi fa paura sempre meno.
La peggiore solitudine era quella che provavo quando non sapevo neanche io cosa ti avessi fatto di male per renderti così distante, freddo e inaccessibile. La solitudine di quando aspettavo un tuo messaggio e non arrivava e io non riuscivo a prendere sonno. La solitudine di quando non mi guardavi più in viso e io mi sentivo impotente perché sapevo di averti perduto e avrei voluto solo abbracciarti per un'ultima volta. La solitudine del vedere disprezzo in fondo a quegli occhi che un tempo erano lo specchio dei miei desideri. La solitudine di sapere che per quella sera avresti scelto la nuova preda, l'entusiasmo che ti faceva brillare gli occhi e persino le parole nuove che usavi, le sue. Sentirsi messa da parte, sentire di aver fatto il proprio tempo, tutti "regali" del np.
La solitudine di chi ha amato un Narcisista e quindi un personaggio inventato ad hoc per riempire i propri sogni, i propri vuoti, sanare le proprie ferite. Quella era la solitudine peggiore e la più disperata, quella in cui non riuscivo a stare con me stessa perché mi ero barattata con un falso amore e solo quello mi avrebbe dato sollievo, solo una recita, la mia droga, il mio anestetico alla vita. Eri tu, che sei e sarai sempre attorniato da molte donne che pendono dalle tue labbra ma che in realtà sei solo in una prigione costruita da te stesso, e che da quella fortezza muovi i fili e manovri le vite di chi si lascia irretire, pur di sentirti vivo. Due solitudini che si placavano così, la tua con le mie lacrime, la mia devozione, le reazioni alle tue azioni e la mia con le tue bugie, col tuo "vedermi" prima meravigliosa e speciale e poi col tuo pervadere ogni aspetto della mia vita fino ad annullarmi, a diventare un puntino nella neve, fino a divenire un tutto col tuo niente e a cercare una tua carezza che facesse finire quell'inferno, ma l'inferno eri tu, l'inferno era dentro di me. Silenzio, adesso, quiete. No, la solitudine di adesso può far male ma mi spaventa decisamente meno.
Micaela
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